Interior inspiration: la ristrutturazione della “migliore casa moderna del mondo” Interior inspiration: the renovation of "the best modern house in the world"

Quando il progettista danese Povl Ahm acquistò un terreno ad Harpenden, sulla West Common Way alla fine degli anni ’50, desiderava solamente una casa per lui e la sua famiglia. Aiutato dall’amico e collega Jørn Utzon, celebre per la Opera House di Sydney, elaborarono una serie di disegni concettuali per il terreno, che  poi Ahm sviluppò nell’edificio che vediamo ancora oggi, definito “Probabilmente la migliore casa moderna del mondo” dal critico di architettura Hugh Pearman. Il concetto di spazio fluido viene infatti concepito alla perfezione: i visitatori sono attirati nel vasto soggiorno attraverso un lungo e basso portico che conduce in un ampio ingresso. Scalini larghi e poco profondi conducono al piano superiore della zona relax e poi alla zona pranzo e alla cucina. L’estensione del pavimento con piastrelle bianche svedesi Höganäs dall’interno all’esterno, così come l’ampia vetrata che offre una vista sul giardino, contribuisce a raggiungere l’obiettivo tanto caro agli architetti modernisti di rendere labili i confini della casa. Con queste premesse i progettisti dello studio Coppin Dockray hanno pensato a una ristrutturazione basata sulla coreografia degli spazi e sul loro carattere: i materiali originari di pregio vengono mantenuti, come il mattone pallido di Aylesbury protagonista delle pareti sia esterne che interne, la struttura a vista in cemento armato, i serramenti a tutt’altezza e il raumplan che lavora con i contorni del paesaggio; viene ripensata l’illuminazione, così come l’arredo degli interni per rendere gli spazi funzionali ai nuovi proprietari. I mobili pensati su misura dal team di progettisti, tra cui il tavolino in marmo verde e noce e il contenitore in pino dell’Oregon e linoleum nero, sono intervallati da diversi classici della metà del secolo scorso, come le sedie Egg di Arne Jacobsen e la lampada a sospensione PH5 di Poul Henningsen, insieme a progetti più recenti come la sedia Spade di Faye Toogood, in un mix di epoche che richiamano lo stile scandivano dell’edificio rendendo l’atmosfera accogliente e il progetto intramontabile.

When the Danish designer Povl Ahm bought land in Harpenden on West Common Way in the late 1950s, he only wanted a home for him and his family. Assisted by his friend and colleague Jørn Utzon, renowned for the Opera House in Sydney, developed a series of conceptual drawings for the terrain, which Ahm then developed into the building we still see today, dubbed “Probably the best modern house in the world” by architecture critic Hugh Pearman. The concept of fluid space is in fact conceived to perfection: visitors are drawn into the vast living room through a long, low porch that leads into a large entrance. Wide and shallow steps lead to the upper floor of the relaxation area and then to the dining area and kitchen. The extension of the floor with white Swedish Höganäs tiles from the inside to the outside, as well as the large window that offers a view of the garden, contributes to achieving the goal so dear to modernist architects of making the boundaries of the house blurred. With these premises, the designers of the Coppin Dockray studio thought of a renovation based on the choreography of the spaces and their character: the original valuable materials are maintained, like the pale Aylesbury brick protagonist of both external and internal walls, the exposed structure in reinforced concrete, the full-height windows and the raumplan that works with the contours of the landscape; lighting is rethought, as well as interior furnishings to make the spaces functional for the new owners. The custom-designed furniture by the team of designers, including the green marble and walnut coffee table and the container in Oregon pine and black linoleum, are interspersed with several mid-century classics, such as the egg chairs by Arne Jacobsen and the PH5 suspension lamp by Poul Henningsen, together with more recent projects such as the Spade chair by Faye Toogood, in a mix of eras that recall the style of the building, making the atmosphere welcoming and the project timeless.

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source: Coppin Dockray

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