La protagonista di questa nuova chiacchierata per la serie #designtalks, e Paola Volpi, jewellery designer elegantissima e brillante che si distingue per la sperimentazione e trasformazione dei materiali.
Il suo percorso comincia studiando storia del teatro e del costume, grazie al quale ha l’occasione di creare una prima collana, rivisitando il classico filo di perle. Il successo di quel primo modello apre la strada alla professione di designer del gioiello, portandola al palazzo delle esposizioni, al MOMA store di New York con il modello Alga, e all’apertura di un atelier a Campo dei Fiori.
Oggi insegna anche design del gioiello contemporaneo e sperimentale presso lo IED di Roma, in costante dialogo con gli studenti e la sperimentazione che l’ha portata a creare collezioni come in stampa 3d o tramite la tecnica del taglio al laser.
Rifacendosi agli esponenti del Bauhaus lascia che sia il materiale ad ispirare forma e disegno. Ognuno reagisce diversamente alle lavorazioni, invitando la sua creatrice a prendere strade diverse in base alla natura dell’oggetto.
Non mancano i riferimenti all’arte di Duchamp e Castiglioni, una cultura tramandata dalla zia storica d’arte, che le ha permesso di fare suo un grande insegnamento: “l’importanza non è l’ oggetto in se ma come lo si guarda”. Cosi ecco la voglia di creare un gioiello dalla plastica, o dal metallo, che diventa qualcosa di prezioso a vestire, quasi proteggere il corpo femminile, come la collezione Armature ispirata alle armature del ‘500 dipinte da Paolo Uccello, plasmando il metallo in relazione con il corpo.
Sperimentazione e divertimento. La sua ultima collezione, Pacman, collane dal sorprendente design modulare, è prodotta in 4 diversi materiali e costituita da elementi staccabili, creati per essere inviati travestiti da cartolina postale.
Una fusione tra nuove tecnologie e sapere artigiano che potrete gustare anche presso Big Apple, in piazza Fontana 3. La collana in carta preparata per l’occasione del Fuorisalone e ispirata al libro dei sogni di Fellini…da visitare per poterla ammirare insieme a tutte le altre creazioni di Paola.
The protagonist of this new chat for the series #designtalks is Paola Volpi, an elegant and brilliant jewelery designer who stands out for her experimentation and transformation of materials.
Her path begins by studying history of theater and costume, thanks to which she has the opportunity to create her first necklace, revisiting the classic string of pearls. The success of that first model paves the way for the jewelery designer profession, taking it to the exhibition building, to the MOMA store in New York with the Alga model, and to the opening of an atelier in Campo dei Fiori.
Today she also teaches contemporary and experimental jewelery design at the IED in Rome, in constant dialogue with the students and the experimentation that led her to create collections like in 3D printing or laser cutting technique.
Referring to the exponents of the Bauhaus, let the material inspire form and design. Everyone reacts differently to the workings, inviting her creator to take different paths based on the nature of the object.
There is no lack of references to the art of Duchamp and Castiglioni, a culture handed down by the historical aunt of art, which has allowed her to make a great teaching of her: “What’s important is not the object itself but how one looks at it” . So here is the desire to create a jewel from plastic, or metal, which becomes something precious to put on or adorn, almost protect the female body, like the Armature collection inspired by the armor of the ‘500 painted by Paolo Uccello, shaping the metal in relation with the body.
Experimentation and fun. Her latest Pacman collection, necklaces with a surprising modular design, are produced in 4 different materials and made up of detachable elements, created to be sent in disguised as a postcard.
A fusion of new technologies and craftsmanship that you can taste even in these days of Fuorisalone at Big Apple, in Piazza Fontana 3. The series prepared for the occasion will be in paper and inspired by the book of dreams of Fellini … you have to go see it to be able to admire it together with all the other creations of Paola.